Internazionalizzazione

Le strategie di internazionalizzazione consentono di acquisire nuove opportunità di mercato, di espandere il proprio fatturato e di ridurre il rischio connesso all’operare con un solo Paese ma, al contempo, i processi di internazionalizzazione (investimenti diretti all’estero, joint-ventures, società controllate residenti all’estero, ecc.) presentano necessità di conoscenza di un buon networking, delle potenzialità di mercato e di carattere normativo, giuridico, burocratico e fiscale oltre che dalle differenze socio-culturali dal nostro;

Questi ultimi elementi, se affiancati da una cultura imprenditoriale conservativa dove domina il rispetto della storia e della tradizione dell’impresa e della famiglia, determinano un atteggiamento di avversione al rischio verso questa forma di espansione «globale», che mal si concilia con la necessità di espansione dell’impresa.

Ciò spiega un’apertura all’internazionalizzazione che non si spinge spesso oltre i Paesi limitrofi al nostro o, comunque, entro i confini continentali, e un livello di internazionalizzazione delle imprese famigliari inferiore a quello delle imprese non famigliari.

Nelle imprese italiane di minori dimensioni, l’assenza di network di riferimento per alimentare le conoscenze necessarie ad operare in mercati internazionali e la scarsa disponibilità di risorse da impiegare in tale percorso di crescita rappresentano i principali limiti, che inducono tali imprese a ricorrere a modalità non-equity di presenza sul mercato estero – in particolare, esportazione diretta o indiretta – in ragione della minore rischiosità e del più basso fabbisogno di risorse finanziarie.

Solo le imprese famigliari dominate da generazioni successive alla prima manifestano una maggiore propensione all’internazionalizzazione e ai rischi connessi all’espansione all’estero. Ciò in forza di un orientamento e di una formazione manageriale spesso maturata in altri Paesi.

Solo le imprese famigliari dominate da generazioni successive alla prima manifestano una maggiore propensione all’internazionalizzazione e ai rischi connessi all’espansione all’estero. Ciò in forza di un orientamento e di una formazione manageriale spesso maturata in altri Paesi.

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