Parlare di argomenti simili, in questi momenti di oscurante durezza e crudeltà, è difficile ma necessario.
Dopo due anni di pandemia, tra i vari lockdown, i bombardamenti mediatici sempre più logoranti, la “paura” di incontrare altre persone e il lavoro da casa, sembra vedersi un primo spiraglio di luce.
A breve molte delle regole legate al lavoro e allo Smart Working che ci hanno seguito negli ultimi due anni verranno tolte, ma questo “ritorno alla normalità” entra in contrasto con le nuove abitudini costituite da team working e meeting online, relazioni interpersonali assenti o solo a distanza ecc.
Una riflessione in merito deve essere fatta e trattata molto seriamente con un approccio scientifico, per porre le basi della convivenza in questo nuovo “ritorno alla normalità”.
LA SITUAZIONE POST COVID IN DATI
Secondo uno studio scientifico, a cui hanno partecipato 2400 persone, promosso dal Dipartimento di Scienze Biomediche di Humanitas University:
· Il 21% degli intervistati ha lamentato un peggioramento nei rapporti col partner mentre il 13% coi figli.
· Il 50% dei lavoratori ha riportato un incremento nella fatica percepita durante lo svolgimento della propria attività lavorativa
· Il 7-8 % degli intervistati ha aumentato il consumo di alcolici o di nicotina, oppure ha iniziato a farne uso, il 33% ha diminuito o smesso di praticare attività fisica e il 40% ha dichiarato di aver diminuito la propria attività sessuale.
· Circa il 14% degli intervistati ha iniziato ad assumere ansiolitici o sonniferi e il 10% ha iniziato ad assumere antidepressivi, mentre il 19% di chi già li assumeva prima della pandemia ha avuto necessità di incrementarne il dosaggio.
· Il 21% ha riportato sintomi ansiosi clinicamente significativi e interferenti sulle proprie attività quotidiane, mentre il 10% ha avuto almeno un attacco di panico nel mese precedente alla ricerca, senza mai averlo avuto prima nella vita. Il 20% ha riportato sintomi clinicamente significativi di disturbo post-traumatico da stress (PTSD) in relazione a esperienze legate alla pandemia, mentre il 28% ha lamentato sintomi ossessivo-compulsivi disturbanti e interferenti con il proprio funzionamento quotidiano.
· Il 55% degli intervistati ha dichiarato di aver avuto insonnia.
Altri studi ci rivelano che nel primo periodo della pandemia:
- il 53,8% dei partecipanti ha dichiarato che la pandemia ha avuto delle ripercussioni moderate o intense sul loro stato emotivo
- il 16,5% delle persone di aver manifestato sintomi depressivi tra moderati e intensi
- il 28,8% sintomi gravi di ansia
- l’8,1% sintomi di stress tra moderati e intensi
Ed ecco lo TSUNAMI POST COVID
Un’onda anomala di problemi legati allo stress e alle ansie generate durante questi due anni.
Cosa succederà alle aziende che in questo periodo nefasto hanno dovuto assumere nuove risorse o far convivere risorse che hanno lavorato assieme solo online?
Risorse che in entrambi i casi non hanno mai conosciuto o hanno ormai dimenticato i fondamentali di conoscenza dell’azienda stessa… Il suo Brand, la sua storia, la sua organizzazione, i suoi valori, I SUOI OBIETTIVI!
I lavoratori saranno in grado di collaborare dal vivo tra di loro?
Ci siamo posti a lungo questi dubbi e, dopo un percorso di ricerca, abbiamo dedotto che affrontando la situazione utilizzando la giusta metodologia, si riesce ad ovviare a questo serio e impegnativo momento di discontinuità.
Lo Tsunami Post Covid è un fenomeno sul quale è importante riflettere perché, una volta che si è stati travolti e sommersi, è difficile tornare a galla senza fatica.